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IO.J2 LIBlìO Capo IV. Giurisprudenza civile ed ecclesiastica. I. Questo argomento che da noi solea prima dividersi in due capi, vuolsi in questo secolo ridurre ad un solo, perchè dell'una e dell altra giurisprudenza non fa d’ uopo discorrere lungamente. Ne’ tempi addietro, quando sì rari erano i mezzi a coltivare le scienze, era degno di singolar lode chiunque cercava, come meglio gli era possibile, di illustrarle. Perciò tutti coloro che ci diedero opere appartenenti all'una o all altra giurisprudenza, doveansi da noi encomiare, ed era giusto che la lor memoria passasse alla tarda posterità. Ma i libri intorno alle leggi civili e canoniche eran già tanto moltiplicati al principio di questo secolo, che lo scriver più tomi d’allegazioni, di consulti, d’interpretazioni, ne quali altro per lo più non si facesse che copiare i precedenti scrittori, era troppo agevole a praticarsi, e non può attribuirsi a gran lode. E tali furono nondimeno quasi tutti i giureconsulti di questo secolo. Un ammasso disordinato di citazioni, una inutile ripetizione del detto già mille volte, un frequente abuso di scolastiche speculazioni, erano l ordinario corredo de’ loro volumi; e a ciò aggiungevasi uno stil barbaro ed intralciato, che le cose per lor medesime oscure rendeva oscurissime. Il grande Alciati fu il primo a rischiarar quelle tenebre colla fiaccola della critica e della erudizione, e a dar l’esempio a’