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644 LIBRO mi persuade ch’egli, non altrimenti che il Pomponazzi, pensasse bensì quella essere slata fopinion di Aristotile e d’Alessandro, ma non i’osse apertamente seguace del lor sentimento. Intorno a che è degna d*esser letta l’Apologia che ne ha fatta il ch. dott Giannandrea Barotti (Difesa degli Scritt ferrar. par. 2, cens. 7). Certo deesi rigettar tra le favole ciò che di lui si racconta, cioè che sul suo sepolcro facesse incidere: Caesar Cremoninus hic totus jacet; del qual fatto non vi ha nè indizio nè pruova di sorte alcuna. Lo stesso Imperiali nondimeno confessa ch’ ei sostenne nelle sue opere parecchie poco sane proposizioni intorno al fatto, al mondo e ad altre questioni. Ma la barbarie dello stile e l’oscurità in cui egli cogli altri filosofi a lui somiglianti involgono ogni cosa, fa che appena si possa discernere quai sieno i veri loro sentimenti. Delle opere del Cremonini ci han dato il catalogo il Borsetti e il l’apadopoli (Hist. Gymn. patav. t. 1, p. 359), e da esso raccogliesi ch’ egli, con raro eseinÌ)io, alla scolastica ruvidezza seppe congiunger le grazie della poesia e dell’eloquenza perciocchè tra esse abbiam quattro drammi pastorali in lingua italiana, de’ quali veggasi il Zeno Note al Fontan. t. 1, p. 425), e un’orazione italiana al sereniss principe Luigi Priuli nella sua Creazione a nome dell’università degli artisti dello Studio di Padova, che stampata senza data d’anno e di luogo conservasi in questa ^biblioteca Estense. / X. Benchè il Bruckero abbia diligentemente i raccolte quante egli ha potute trovare memorie