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io34 LIBRO applicata alla parte, e fasciata con bende, sinchè cicatrizzate amendue le ferite e staccata del tutto dal braccio la pelle, la parte compariva intieramente rifatta. Il Tagliacozzi non può però a ragione vantarsi di essere stato l inventor di quest’ arie. Àbb'fam veduto nella storia del secolo xv, che due chirurghi siciliani padre e figlio, di nome Branca, usavano di questo metodo stesso, e il passo, in cui di essi ragiona Bartolommeo Fazio, scrittor di quei’ tempi, che allor mi parve troppo intralciato ed oscuro, riceve or nuovo lume da ciò che il Tagliacozzi c’insegna. All’autorità del Fazio e di Elisio Calenzio, da noi allora arrecata, si può aggiugner quella di Pietro Ranzano, di cui fa menzione l’Haller citato da M. Portal (t. 2, p. 169) il quale afferma lo stesso, e quella di Gabriello Barri che fa primo inventor di quest’arte Vincenzo Vianeo natio di Maida nella Calabria, che sembra vissuto verso la fine del secolo xv: Ex hoc oppido (Maida) fuit Vincentius Vianeus Medicus Chirurgus eximius, qui primus labia et nasos mutilos instaurandi artem excogitavit. Fuit et Bernardinus ejus ex fratre nepos et artis haeres: viget modo hujus filius et itidem artis haeres. E parlando di Tropea: Vivit modo hujus urbis civis Petrus Vianeus Medicus Chirurgus, qui praeter caetera, labia et nasos mutilos integritati restituit (De antiquit. et situ Calabr. l. 2). Anzi più altri scrittori cita il medesimo Haller, altri più antichi del Tagliacozzi, i quali insegnano lo stesso metodo di risarcir la perdita di quelle parti, altri a lui contemporanei che ci assicurano del felice successo con cui egli