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I0l6 LIBRO Botalli si è attribuita la scoperta del foro ovale nel feto, che a Galeno e a più altri anatomici era stata notissima. Gli scrittori piemontesi citati dal co Mazzucchelli affermano ch’ ei fu poi fatto vescovo di S. Malò in Bretagna. Ma nella serie de vescovi di quella città presso i Sammartani e nel Dizionario ecclesiastico del P. Richard io nol veggo pure accennato. L Haller afferma al contrario (Bibl. botan. t. 1, p. 337) ch ei passò ad essere primo medico di Guglielmo I di Nassau. Un altro medico italiano non alla corte, ma nella città di Lione, fece conoscere ed ammirare, essendo ancor giovine, il suo raro talento nell’ arte medica, cioè Giovanni Argentero nato in Castelnuovo nel distretto di Chieri in Piemonte l an. 1513. Egli recovvisi in età di 25 anni, e vi esercitò per cinque anni con gran plauso la medicina. Passò indi per breve tempo in Anversa; poscia, tornato in Italia, fu chiamato a Pisa nel 1554 (Fabbr. l. c. p. 52) ad insegnarvi pubblicamente la medicina. La stessa cattedra egli sostenne in Napoli e in Roma, e finalmente per più anni ora in Mondovì, ora in Torino, ove ancora finì divivere nei 1572, lasciando un figlio per nome Ercole, natogli da Margherita Baroglia sua moglie. Giovanni Huarte di lui racconta (De Exam. Ingen. c. 12) che quanto egli era eccellente nella teorica, altrettanto nella pratica era infelice, talchè in Torino non pochi infermi non voleano in alcun modo esser da lui visitati. Ciò sembra opporsi al plauso con cui abbiam veduto ch’ egli esercitò la sua arte in Lione. Ma forse, come