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990 LIBRO strettezze d’erario, e parmi anzi che quella m iniera di favellare convenga al pontificato di Clemente VII. E molto più che nel 1517 avea appena il Vettori dato principio alla sua scuola, e non sembra probabile ch'ei pensasse sì presto a finirla. Al Vettori medesimo è certamente scritta un'altra lettera del Sadoleto, benchè non abbia il nome della persona a cui è diretta j perciocché ripete a un dipresso i medesimi sentimenti. L'ab Lazzeri l ha pubblicata colla data del luglio dell’an 1525 (l. c. p. 518), ma ha temuto di errore, credendo che il Papadopoli avesse giustamente fissata la morte del Vettori nel i5;ì3, e forse perciò l’ab Costanzi ha ommessa la data nel pubblicarla di nuovo (l. c. p. 92), e l’ha creduta scritta nel 1522. Ma poichè certamente il Vettori visse fino al 1528, possiamo senza temer d’ingannarci assegnare amendue queste lettere al 1525. Non sappi am se il Vettori eseguisse il disegno che avea formato di tradurre Galeno in latino; e se egli il fece, questa fatica dovette subire l’infelice sorte delle altre. Perciocchè Aldo Manuzio il vecchio, il qual ne parla con molta lode, racconta che molte egregie opere da lui composte perirono in un incendio (*). 11 P. Calvi afferma eh’ei (*) Ecco il passo in cui Aldo parla dell'incendio in cui infelicemente perirono le fatiche del suddetto Francesco Vettori, dedicando a' 15 di febbraio del 1514 ad Alberto Pio il Comento di Alessandro d Afrodisia sulla Topica d Aristotele, e ci dà insieme altre notizie sulla vita di esso, che potran giovare a correggere ciò che ne abbiamo qui detto. Egli afferma dapprima che avea finallora indugiato a pubblicare il detto Comento,