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SECONDO f)5Ì r Alleni a gna c per l'Ungheria, che il medesima Timotop avca disteso (ib. l. 6, p. 82); e in un’altra scritta, come sembra, l' anno seguente, si rallegra con lui che insiem col padre sia tornato a Ferrara. È dunque falso ciò che alcuni scrittori, seguiti da M. Portal (Hist. de l’Anatom. t. 1, p. 375), affermano, ch egli solo in età avanzata prendesse moglie. Perciocchè se nel 1518 egli avea un figlio già assai erudito, come dalle stesse lettere si raccoglie, egli è evidente che nel fior degli anni avea Giovanni menata moglie. Egli è vero però, che, mortagli dopo molti anni la prima, ei si unì con un’ altra; il che diede a molti occasione di proverbiarlo. Quando nel 1525 finì di vivere Niccolò Leoniceno, il Manardi fu creduto il solo capace di riparar sì gran perdita: Una res ini!li solatio fuit, scriveva in quella occasione il Calcagnini ad Erasmo (Erasmi Epist. t. 1, cp. yiio), qnod Joannes Man ardiis vìr Graece et Latine doctissimus rem medicam et naturae arcana iisdem vestigiis prosequitur, cujus rei specimen dare possunt epistolae, quas proxime edidit.... scripsit ille quidem alia plurima digna immortali taf e, sed vir minime ambitiosus ea nondum publicam materiam fecit.: hoc superstite minus Leonicenum desideramus. Un bell’ elogio ne fa ancora Pierio Valeriano nel dedicargli il libro xxxv de’ suoi Geroglifici, dicendo che in una cena da lui fatta insieme con esso in casa del Calcagnini, e ne' discorsi sopra essa tenuti, aveane ammirata l’amenità dell’ ingegno,la rara erudizione e il giudizio finissimo in ogni sorta di scienze. Venti libri di Lettere mediche, un