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pjo unno a" suoi opuscoli, l'avanzata sua età, i dolori della podagra e le sue tenui sostanze non gli avean finallora permesso il pubblicarle. Ed elle di fatto rimasero inedite, e si crederon perdute, finchè trovate a tempi di Clemente XI, questi le diede al suo medico monsig Lancisi, acciochè le desse alla luce, come seguì in Roma nel 1714 dopo la quale edizione più altre se ne son poscia fatte, e fra esse è assai stimata quella fatta dall’Albino in Leyden nel 1^44Quesle tavole sono la pur onorevol testimonianza che render si possa al sapere anatomico di questo valentuomo; sì esatte sono esse, e sì chiaramente vi, si veggono delineate più parti che credonsi scoperte da’ più recenti scrittori. Oltre il suddetto Portal, ragiona di esse distesamente il dottissimo Morgagni, e esaminandole ad una ad una, dimostra quanto fosse l Eustachio innoltrato nella scienza anatomica (Opusc. anatom. pars 1, p. 19), ed. V'eri. 1763). Alcune altre operette diede in luce l’Eustachio, e più altre aveane apparecchiate, che non han mai veduto il giorno, delle quali, oltre i due accennati scrittori, si posson vedere i compilatori delle Biblioteche anatomiche e mediche. XXIII. Nel parlare di questi illustri anatomici abbiamo accennate alcune delle scoperte da essi fatte nel corpo umano. La più celebre però fra tutte fu quella della circolazione del sangue e forse appunto perchè essa è la più celebre, ella è ancora la più contrastata, perciocchè molti son quelli che aspirano alla gloria di esserne creduti i primi osservatori, e ognun di essi ha seguaci che ne difendon caldamente il