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SECONDO 93I se non dopo un rigoroso esame e dopo pubbliche pruove de' suoi talenti e de suoi studii. In occasion della peste che l’an 1575 devastò Palermo e gran parte della Sicilia, tal fu la destrezza, il senno e l’attività dell’Ingrassia, che a lui si attribuì la cessazione di quell’ orribil flagello; e il Senato di Palermo, per riconoscere e premiare le fatiche e il saper dell Ingrassia, comandò che gli fosser contati 250 scudi d’oro al mese. Ma egli con rara generosità ne accettò solo quanto bastava ad innalzare una cappella in onore di s Barbara nel convento de’ Predicatori di Palermo. Rendette più salubre l’aria di quella città coll’asciugare certe paludi che la cingevano, e finalmente lasciando gloriosa memoria del suo sapere non meno che delle sue virtù, finì di vivere in età di anni 70, nel 1 £>80, e ne furono solennemente onorate le esequie da’ medici e dagli speziali tutti della città. Molte sono le opere anatomiche e mediche da lui pubblicate, delle quali si legge il catalogo presso il Mongitore. Le prime singolarmente contengono utili osservazioni, e molte di esse non ancor fatte da altri, delle quali si può vedere l’estratto presso M. Portal. Io accennerò solamente la scoperta del terzo ossicello dell’orecchio, detto staffa. L’Ingrassia è debitore al Falloppio, se la lode di questa scoperta è rimasta a lui solo: Tertium, dic egli, parlando di questo ossicello (Observat. anatom. Op. t. 1, p. 28), si nolumus debita laude quemquam defraudare, invenit ac promulgavit primus Joannes Philippus ab Ingrassia Siculus Philosophus ac. Medicus doctissimus,