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y3o lìbuo scrittori, passò ad essere professore nell università di Napoli, ed ivi ebbe tal nome, che gli venne innalzata una statua con una onorevole iscrizione, da essi riferita, in cui egli è detto ristoratore in quella città della medicina e dell anatomia. A dir vero, l’ Origlia nella sua Storia dell' Università di Napoli non fa cenno delfIngrassiaj ma ch’egli vi tenesse scuola d’anatomia, è certo dal passo del Falloppio, che tra poco riferiremo. Da Napoli trasferissi poscia a Palermo, ove venne in tal fama, ch’egli era considerato come un oracolo. Sollevato dal re Filippo II nell’an 1563 alla carica di archiatro di quell’ isola e delle adiacenti, provvide con prudentissime leggi alla pubblica felicità, e ordinò che niuno potesse esercitare la medicina, y chiama suo maestro (Jatropol. P'en. Gryplx. i54&, p. iif),'p. i45); l’altra, eh’ci dà più volte lo stesso titolo al famolo Manardi (il/, p. i3o, 3q4 » ec-)■> c cl»e perciò convitili dire eli’ egli studiasse qualche tempo in Ferrara. Dall' opera dello stesso Ingrassia intitolata J/ttrapologia, da lui scritta in Napoli nel i547, si raccoglie (il/, p.?.6o) ch’egli era stato prima in Sicilia, menti e ivi era donna Isabella moglie del viceré D. Ferrante Gonzaga; che dovendo ella nel i544 andare a Mantova, avcalo scelto a suo medico; e che venuto con essa a Napoli, e trattenendosi ivi lungo tempo, per opera singolarmente di Simone Porzio, e per ordine del viceré 1). Pietro di 1 oledo, avea ivi preso a leggere pubblicamente la medicina; che D. Isabella gli pei mise di ivi fermarsi, purché l’accompagnasse fino a Manfredonia, ove dovea imbarcarsi per ululare a Venezia; e che avendo egli in quel viaggio impiegali diciassette giorni, tornato a Napoli, trovò un altro che erasi intruso nella sua cattedra, e usava di ogni arte per alienare da lui gli scolari, il che però non veuncgli fallo.