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913 LIBRO Mercurio). E innoltre il dott Domenico Cottogni, uno de più valenti anatomici dell’ età nostra, ha osservato che Pietro Pintor, spagnuolo e medico di Alessandro VI, nel suo rarissimo libro De Morbo gallico, dedicato allo stesso pontefice, parla di questo rimedio pel detto male {De sedi bus Variolar. Neap. 1769). Ma almeno convien dare al Berengario la lode di aver promosso questo metodo di curare in modo ch’ ei ne fosse creduto il primo ritrovatore (*). E in ciò fu egli così felice, che benchè molti ne uccidesse, più nondimeno furono risanati t ed egli ne ebbe il guadagno di più di cinquantamila ducati, come narra il Falloppio < De Morbo gall. c. 39). Benvenuto Cellini nella Vita che di se medesimo scrisse, racconta (p. 33) che Jacopo venuto a Roma, e avendo veduti i disegni di certi vasetti da lui fatti, essendo egli ancora avido di tali cose, e ben intendente di que’ lavori, volle che il Cellini due gliene facesse d’argento; e in questa occasione ei fa un carattere poco vantaggioso del Berengario, e degli effetti di questo suo rimedio: Capitò a Roma un grandissimo Cerusico, (*) All’occasione del compilare che ho fatto la Biblioteca modenese, ho chiamato a pai diligente esame il tempo in cui il Berengario potè cominciare a far uso della unzion mercuriale; e ho couosciuto che il vanto che a lui si dà di esserne stato il primo ritrovatore, è più fondato che io non avea creduto dapprima; e che non può provarsi che nè il Pintor, nò altri autori spaglinoli o italiani l’usassero prima di lui- Veggasi il t. 1, p. ai5 di quell’ opera, ove più altre notizie del Berengario si sun prodotte.