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SECONDO Q00 diedesi ad osservare attentamente tutte le antichità; e frutto di queste sue osservazioni furono i lumi ch’ ei diede a Lucio Mauro, che di esse scriveva, e il Trattato delle antiche Statue di Roma, che l’Aldrovandi stesso distese, e che fu poi stampato insiem col libro del Mauro nel 1556. Ivi ancora egli strinse amicizia con Guglielmo Rondelezio, e con lui unendosi nel diligente studio che quegli faceva su' pesci, sentì naturalmente portarsi alla cognizione della natura, e tornato a Bologna, applicossi alla botanica. Volle ancora recarsi a Pisa per apprenderla dal Ghini che n era ivi maestro. Così già molto avanzato nella storia naturale, presa la laurea in Bologna nel 1553, cominciò l’anno seguente ad essere impiegato nella cattedra di logica, indi in quella di filosofia, a cui fu ancora aggiunta la straordinaria lettura de' Semplici, la qual poi nel 1561 fu dichiarata ordinaria. Quarantotto anni continuò egli leggendo pubblicamente, e solo nel 1600, mentre ei già ne contava quasi ottanta di età, chiese ed ottenne la sua giubbilazione. Questa lettura però non fu la sola occupazione dell’Aldrovandi, nè il principal fondamento della sua gloria. L’Antidotario bolognese, pubblicato nel 1574 fu opera singolarmente delle sollecitudini e del zelo dell’Aldrovandi. Ma più ancor che per esso è a lui debitrice Bologna per l'orto botanico che per consiglio dell’Aldrovandi si cominciò a formare a pubbliche spese nel 1567, e di cui fu data la cura all’Aldrovandi medesimo insiem coll Odone, finchè dopo la morte di questo, accaduta nel 1571, l'Aldrovandi solo