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8i)0 LIBRO rappresenta filosofo e non botanico. E in fatti il Cesalpini allo studio della storia naturale congiunse quello della filosofia, e nell*interpretare Aristotile fu avuto in conto di uno de più ingegnosi, talchè Niccolò Torelli, che gli fu avversario implacabile, come ora vedremo, ebbe a confessare che le opinioni del Cesalpini erano così pregiate in Allemagna, che più nol furono, gli oracoli d’Apolline presso i Greci. E la fama di lui si diffuse singolarmente per l Allemagna, perchè egli viaggiò per essa, e si fece conoscere a’ più dotti filosofi. Ma dalla fama non andò disgiunta l infamia per la taccia che gli fu apposta d’ateo e d’empio. Niccolò Torelli, filosofo di Altdorf, avendo vedute le Questioni Peripatetiche del Cesalpini, stampate in Venezia nel 15-j i, credette che vi fosse racchiuso il più reo veleno dell’empietà, e contro di esse pubblicò una sanguinosa censura, intitolandola con fredda allusione al cognome del suo avversario, Alpes caesae. Chi vuol vedere un ampio estratto delle opinioni del Cesalpini e delle accuse del Torelli, legga il citato Bruckero; e io sfido il più acuto ingegno de’ nostri tempi a intendere e a spiegare ciò che dir vogliano e l’uno e l’altro. Così ogni cosa è involta in un inaccessibile labirinto di parole e di termini che o non s'intendono, o possono intendersi come più piace. Fu però solo il Torelli, ch’io sappia, a dare tale accusa al Cesalpini; e il rifletter che questi fu dal pontef Clemente \ III chiamato a Roma, e fatto suo medico e lettor pubblico di medicina n Ila Sapienza, nel qual! impiego egli continuò fino