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886 LIBRO mesi contìnui sono sta'o impacciato in una fatica piacevole, perchè ho composto infino a hora quattro Dialoghi, di poesia tutti in discorso di Virgilio Marone, sopra il quale alcuni anni, sono un certo Niccolò Erythreo fece parecchie belle considerazioni, et è Jurisconsulto. Hora a sua concorrenza ho fatto questa fatica senza dir punto delle cose sue, ma tutte cose nuove, per far conoscere al Mondo che i Legisti non sono da più nella Poesia che i Medici, et per quanto me ne dicano qui certi buoni spiriti, la Opera sani ri usci bile, et subito che havrò fatto il quinto Dialogo, che. sarà fra 20 altri dì finito, cominciarò a rivederla, et forse forse uscirà in luce, et vò’ che un dì mi vediate assalire quanti pedanti fur mai; di quanto si farà avviserò V. E., et intanto se scriverà al Mattiolo, dicale questa mia bizzarra fantasia, et, che se le Muse mi favoriranno, fórse ria unti arò la semplicità e la herbaria agli altri. V. E. se ne rida meco, che in vero quando • io vi penso. non posso astenermi di non ridere; basta che TOpera sarà un giusto volume, et altro non mi occorrendo, resto baciando le mani di V. E. e il simile con Madonna Gentile e Messer Vincenzo Girini e Mes ser Giovati Battista f sempre che a tutti Dio doni ogni contento. Questi Dialogi col titolo Lucullanae quaestiones furono pubblicati in Basilea l’an 1564(in folio Io non so fin quando il Maranta continuasse ad esser tra’ vivi. VII. Quando l'Anguillara partì da Padova, la cura dell’ orto botanico fu commessa a uno straniero; cioè a Melchiorre Guillandino