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’ "T’ SECONDO 88l decadette poi, eli egli andò in Puglia al Monte di S. Angelo, e tra gli altri menò seco quel cipollone dell’Alpago, ec. Forse il disprezzo che per l’Angui llara mostravano que’ due valentuomini, fu cagione che gli fosse sospeso per qualche tempo l’annuale stipendio, e che ’anno 1557 fossero dal pubblico destinati quattro esattori, i quali dovessero provvedere che l'orto botanico non sofferisse danno; nella qual occasione però l’università stessa rendette all’Anguillara onorevole testimonianza, e ribattè le calunnie appostegli (Facciol. l. c.). Il Mattioli e l’Aldrovandi erano al certo tai giudici che poteano discernere saggiamente chi fosse meritevol di stima e chi di disprezzo. Ma non potrebbesi egli sospettare per avventura che nel loro giudizio avesse la passione qualche non picciola parte? L’opera da lui pubblicata, che ha per titolo I Semplici di Luigi Anguillara in più pareri a diversi nobili uomini mandati in luce da Giovanni Marinelli, e che fu stampata in Venezia nel 1561 è quella da cui possiamo raccogliere quanto ei valesse. Or questa opera è assai lodata dall’ Haller per le diligenti osservazioni che vi si leggono, per la modestia con cui l’autore impugna le altrui opinioni, e per l’ emendare ch’ ei fa parecchi passi di Dioscoride; e solo egli desidera che l’ autore avesse più ampiamente disteso ciò che avea esattamente osservato (Bibl. Botan. t. 1, p. 329). Par dunque che i due suddetti scrittori lo abbian depresso di troppo e biasimato più del dovere. E forse il discredito in cui essi il posero, fu cagione ch’egli nel 1561, chiesto Tnuuosciii, Voi. XI. 18 è