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865 LIBRO ne avcano ammirata la probità, l’innocenza e la cortesia per modo, che quando ei ne partì, uomini e donne co lor figliuoli l’accompagnaron piangendo per lungo tratto di via, chiamandolo ad alta voce loro benefattore e padre. Il Mattioli medesimo rammenta il suo soggiorno in que’ luoghi nella lettera dedicatoria della’edizione del suo Dioscoride del 1549 al Cardinal Madruccio: al che non poco mi ha favorito il Cielo per avermi dato lungamente in habitazione la fluidissima valle Anania del distretto della Città di Trento. Da Trento passò il Mattioli a Gorizia ad esercitare ivi pure la medicina; e qual fama egli vi ottenesse, Pabbiain nella lettera del Melchiorri poc’ anzi citata. Perciocchè egli dice che il Mattioli vi era sommamente onorato da tutti, e provveduto di assai ampio stipendio; ch essendogli in una notte perita in un incendio la casa con tutto ciò ch’egli avea, il dì vegnente tutti que’cittadini e ancor le più gravi matrone gli recarono a gara e supellettili e danari, per modo ch’ei ne fu più ricco di prima, e che il magistrato ordinò che gli fosse tosto pagato lo stipendio di un anno, che quando ei dovette partirne per recarsi alla corte dell’arciduca Ferdinando, que’ cittadini gli fecer dono di una collana d'oro, vollero che destinasse ei medesimo il suo successore, e scrissero all’arciduca che se mai il Mattioli dovesse un giorno partir dalla corte, a loro il rendesse. Dodici anni, come afferma il Melchiorri, si trattenne il Mattioli in Gorizia; finchè per la fama sparsa del suo nome, Ferdinando re de Romani il volle seco, e il nominò