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SECONDO 8() I contro del Macchiaveili Girolamo Muzio nel suo Gentiluomo, il P. Antonio Possevino nella sua Biblioteca, Tommaso Bozio nella sua opera de Ruinis Gentium, e Giovanni Botero ne’ suoi libri della Ragion di Stato, opera che dalle molte edizioni e dalle traduzioni in più altre lingue che se ne hanno, raccogliesi con quanto applauso fosse allor ricevuta, per tacer di altri scrittori non italiani che presero parimente ad impugnare il Macchiavelli. Ma se se ne traggano le ree massime di cui egli ha infettati i suoi libri, è certo ch’ei fu uno de’ più ingegnosi e de più profondi scrittori, e versato quant altri mai nelle antiche e nelle recenti storie. Il Giovio però ne sminuisce di non poco la lode, affermando ch’ei nulla sapea di latino non che di greco (in Elog.), e che Marcello Virgilio Adriani gli andava somministrando que’ passi tratti dagli antichi scrittori ch egli poi destramente incastrava nella sua opera. Ma questa, come ben riflette il co. Algarotti, è accusa che dal fatto medesimo viene smentita, perciocchè il Macchiavelli non è già un semplice compilatore che accozzi insieme i fatti e i detti raccolti dagli antichi, ma è uno scrittore giudizioso ed esatto ch esamina, confronta e calcola ogni circostanza de’ fatti e le loro ragioni e le lor conseguenze, il che da un semplice raccoglitore non può sperarsi (*). (*) Molte notizie intorno alla vita e alle opere del Macchiavelli ci ha date il ch. sig. can Bandini nella prefazione alla sua opera intitolata Colli elio vetrrum Monumaitovum, il quale ha ancor pubblicato un