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843 LIBRO e filialmente invitalo a Padova nel i56i, per quarant’ anni continuò in quell insigne università a dar prove del suo sapere, collo stipendio prima di 160 fiorini, accresciutogli poi successivamente fino a 1000 scudi (l acciol. I. cit. p. 275, 279, 284). Ivi egli ebbe a suo competitore e rivale Jacopo Zabarella da noi già mentovato j c venendo spesso con lui a solenni disfide, se il Zabarella superava il Piccolomini nella profondità del discorso e nella forza delle ragioni, il secondo colla più fluida e spedita sua eloquenza sembrava superiore al primo. Finalmente nell’età sua avanzata di oltre ad ottani’anni, chiesto ed ottenuto nel 1601 onorevol congedo, tornossene a Siena, ove nel 1604 diede fine a’ suoi giorni. Come Alessandro avea dato alla luce un intero Trattato di Filosofia morale in lingua italiana, così Francesco il diede nella Ialina *, ed esso ancor fu allor ricevuto come il più perfetto lavoro che bramar si potesse. In quest’opera egli inserì un trattato sul metodo da tenersi nell investigare il vero nelle materie alla morale appartenenti, e questo trattato gli fu occasion di contesa col Zabarella, e scrisser l’un contro l’altro. Ma come ella fu una contesa in cui più che di ogni altra cosa si disputava di ciò che avesse pensato Aristotele, nè io credo che i miei lettori sien avidi di venir su ciò istruiti, io rimetterò chi voglia averne esatta contezza al Bruckero (Hist. crit. Philos. t. 4, p 206, ec.). Più altre opere ci ha lasciato Francesco, altre appartenenti alla logica, altre alla fisica, altre finalmente scritte a illustrazion di Aristotele, delle quali si può vedere il catalogo presso il P. Niceron.