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4 I SECONDO 8(3 olla stampa quella sua opera, forse avrebbe data la dovuta lode allo Speroni ma avendola scritta a solo privato uso della sua Laudemia, credette per avventura che fosse inutile l’avvertirla che il tale e tal passo era di un altro, cui ella probabilmente non conosceva pure di nome. Altre edizioni si fecer poi di quest’opera (V. Zeno, l. c. p. 340); e il Piccolomini stesso le diede altra forma, e pubblicolla di nuovo nel 1560 con questo titolo: Dell Instituzione Morale Libri XII, ne quali levando le cose soverchie, e aggiugnendo molte importanti, ha emendato et a miglior forma et ordine ridotto tutto quello, che già scrisse in sua giovinezza della Istituzione dell' uomo Nobile. Ma a questi studii non si ristrinse l’ingegno del Piccolomini. Ne abbiamo ancora la Filosofia naturale distinta in due parti con un Trattato intitolato Strumento, e con la terza parte di Porzio Piccolomini (ivi, t. 2, p. 324). I'1 essa però ei non ebbe coraggio di allontanarsi dagli antichi maestri. Non così nel Trattato della Grandezza della terra e dell acqua, stampato in Venezia nel 1558, in cui egli ardì di rivocare in dubbio ciò che Platone, Aristotele e Tolommeo aveano insegnato, cioè che l’acqua è più grande della terra. Antonio Berga torinese, professore di medicina in Mondovì e in Torino, e autore di diverse opere filosofiche (' Mazzucch. Scritt. ital. t. 2, par. 2, p. 925), impugnò con un suo discorso' quello del Piccolomini, a difesa del quale levossi al tempo medesimo Giambattista Benedetti, nato di padre spagnuolo in Venezia, e alla corte di