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SECCNr.o S|i formalo di trattar delle cose filosofiche in lingua italiana, per confutare l’opinione di molti i quali credevano ch’ ella a ciò non fosse opportuna (ivi, p. 144). Veggiamo in fatti che l’idea del Piccolomini non fu da molti approvata e l Imperiali, che pur fa di Alessandro un grandissimo elogio (Museum hist p. 80, ed. Hamburg. 1711), in questo nol crede degno di molta lode, il che diede occasione a Traiano Boccalini di dire scherzando, che le scienze non volean essere recate in lingua italiana, perchè temevano che tolto il velo delle oscurissime voci greche e latine, in cui si avvolgevano, non si venisse a scoprire la lor povertà e miseria (Ragguagli di Parn. cent. 1, ragg. 73). Ma il Piccolomini, superando tutti gli ostacoli, si accinse all’ impresa, e il primo saggio che di ciò egli diede, fu l Istituzione di tutta la vita dell' uomo nato nobile e in città libera, divisa in dieci libri. Egli la scrisse nel 1540, e l’indirizzò a Laudemia Forteguerri dama sanese, di cui avea tenuto poc’anzi al sacro fonte un figliuolo. L’ opera del Piccolomini ancor manoscritta corse per le mani di molti, e Girolamo Scoto stampator veneto avendola letta per tre sere continue a un’adunanza di letterati in Verona, e avendo veduto quanto ne fosse da tutti lodata e la nobiltà de pensieri e l’eleganza dello stile, recatala seco a Venezia, la pubblicò nel 1542.. Ma questa stampa fu occasione di qualche non ingiusto rimprovero al Piccolomini. Avea questi avuti alla mano due dialoghi allor manoscritti di Sperone Speroni deltAmore e della cura della Famiglia,