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834 LIBRO p. il 17), di Giammaria Artusi canonico regolare di S. Salvadore (ivi, p. 1145, ec.), di Pietro Ponzio parmigiano, di Lodovico Zucconi, di Alessandro Canobio rammentato con molta lode dal march MafFei (Ver. illustr. par. 2, p. 377, ec.), e di più altri che si posson vedere registrati nelle Biblioteche dell Haym (t. 2, p. 461, ed. Mil 1773) e del Fontani ni (l. c. p. 415), e il loro numero ci farà abbastanza conoscere (quanto universale fosse in Italia il genio di coltivare e di perfezionare quest’ arte (a). LXIII S’io volessi far pompa di un lunga serie di scrittori italiani, e ricercare minutamente ciò che ad essi e alle opere loro appartiene, un vasto campo qui mi si aprirebbe dinanzi. Potrei additare molti tra’ nostri che in questo secolo scrissero dell’arte del ballo, e dell'arte della scherma, dell’arte del cavalcare, e della natura e dell’indole de cavalli. Potrei annoverare non pochi che trattarono d’agricoltura, e fra essi potrei mostrare in qual pregio debba (a) Uno de" più valorosi illustratori dell’ antica musica fu Francesco Patrizi, di cui poc’anzi si è detto. Egli, come osserva il celebre sig. co. Carli (Op. t. 1, p. 1U2) nella sua J)cca istoriale (l. 6, p. ^86), non solo raccolse i passi degli antichi e cjtie’ di Aristotile singolarmente, che provavano il carilo di tutta la tragedia, ma ritrovò ancora le regole di quel canto e del motteggiare e dell1 archeggiare de cori; e benché altri scrittori prima e dopo lui, come Vincenzo Galilei, Giovanni Bardi, Carlo Valgutio bresciano e Franchino Galìurio, molto e bene abbiano scritto su questo argomento, ei nondimeno ed ha superati di gran lunga que’ che lo aveano preceduto, ed ha segnata la via a que’ che 1" hanno seguito.