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- SECONDO * 8*9 Ars mumcndorwn Opptdorum, eli cui fu autore quel Jacopo Aconzio trentino apostata dalla cattolica religione, in questo capo medesimo nominato. Egli era in Inghilterra presso la regina Lisabetta nell’impiego d’ingegnero, e ne riscuoteva per ciò un annua pensione (Mazzucch. Scritt it. t. 1, par. 1, p. 110; Gerdes. Specim. Ital. reform. p. 165, ec.); e questo suo impiego dovette dargli occasione di scriver l’opera sopraccitata, la quale però non uscì alla luce che vent’ anni circa poichè ei fu morto (a). E qui mi si permetta il riflettere che (a) A questi scrittori, le cui opere intorno all’ architettura militare han veduta la luce, un altro devesene aggiugnere, di cui nulla si ha alle stampe, ma che nondimeno si annovera da alcuni tra’ primi maestri dell’arte Egli è Valerio Chieregato vicentino, che, dopo aver serviti diversi principi, morì in Candia nel i.Sy'J nell*impiego di governator generale nelle fanterie venete in quell'isola. Ei lasciò a Scipione suo figlio un trattato ms della Milizia in foglio con molte piante di fortezze, di accampamenti, ec.; la qual opera, dopo varie vicende che si narrano dal p. Angiolgabriello da S.Maria (Scritt. vicent. t. 4- />• 1 42i ec.), venne in potere del celebre doge di Venezia Marco Foscarini. Questi, mentre era ambasciadore a Vienna, fu dal defunto re di Prussia pregato a cedergli quest’opera, di cui quel gran sovrano mostrava di far grande stima. Secondo il P. Angiolgabriello, il Foscarini non gliene mandò che una copia, e si ritenne l originale. Al contrario il sig. Bjoernstachi svedese ne suoi Viaggi racconta (t. 3, p. 175, ec. ed. di Poschiavo) che il Foscarini cedette al re l’originale, e per sè ne ritenne la copia, e che poscia si trovò in una torre l’abbozzo del Chieregato con molte mutazioni e cancellature da lui medesimo fatte, e colle figure di sua mano delineate, e ch'esso ancora passò nella libreria Foscarini. Ma