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secolo;yy ima chiara testimonianza della stima in cui essi l’aveano. E veramente nell’opera che ne abbiamo alle stampe, vedesi l architettura militare già dirozzata di molto, e assai meglio adattata a difendersi contro l’artiglierie, che non fosse in addietro, per fuso eh’ ei fa de' bastioni angolari, e d’altri ripari prima non conosciuti, alcuni de quali erano già stati introdotti nelle fortezze italiane, principalmente dal Sanmicheli; altri furono ritrovati dallo stesso Bellici, benchè poi i più moderni architetti gli abbiano o migliorati, o cambiati (*). LUI. Assai più oltre avanzossi nell’architettura militare al tempo medesimo il capitano Francesco Marchi bolognese, la cui opera quanto più è pregevole, tanto è più rara, e vuolsi da alcuni che ciò sia accaduto per arte di alcuni Oltramontani, ch essendosi arricchiti delle idee e delle invenzioni di questo ingegnoso (*) Il sig. abate Lninpillas afferma che gli Spaglinoli furori maestri degli Italiani nell' Arte ¡yj ili tare (Saggio, par. 2, t. 2, p. 266). Questa proposi/ione iia certamente il pregio della novità. Ma quali sono gli scrittori che ce la insegnarono i Luigi Colludo andaluzzo, clic nel i586 stampò la Pratica manuale d9Artiglieria ^ e D. Bernardino di Mendozza, che nel 1.577 stampò un piccol libro sull’Arte militare. Il sig. abate Lampillas non ce ne sa indicare alcun altro. Converrà dunque dire che Giambalista Bellici o Bellucci, morto nel 1554* il celebre capitano Francesco Marchi, che fin dal i545 avea in gran parte scritta la sua opera, Girolamo Maggi e Jacopo Castriotto, le cui opere d’Architettura militare furono stampate nel 1 '164, Galasso Alghùi, che pubblicò la sua nel 1570, Cado Teli, che diè alla luce la sua nel i56q, al il nano appresa f urte militare da' libri stampali nel 1577 e nel i58tì.