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783 LIBRO tempo medesimo per ordine del doge Andrea Gritti, com’egli stesso racconta (Architett. l. 4, c. 12), disegnò il soffitto della pubblica libreria di S. Marco, opera di assai pregevol lavoro. Ei dovette circa quel tempo medesimo viaggiar per l’Italia, come; raccogliesi da' disegni ch’ei dà di molti antichi edificj tuttora in diverse città esistenti (ib. l. 3). Ei fu singolarmente in Roma, e disegnò molte di quelle fabbriche sì anticbe che moderne, delle quali egli parla nel terzo libro della sua Architettura; e se crediamo al Vasari (t. 3, p. 333), ei si valse in ciò fare delle carte di Baldassarre Peruzzi, già da noi mentovato, e che era in Roma a que’ tempi, ove anche morì nel 1536. Io credo però, che il Vasari abbia in ciò esagerato (a). 11 Serlio si mostra alienissimo dall’ invidiare all’ altrui lode, e basta a conoscerlo il legger gli elogi che nel libro medesimo ei fa più volte di Bramante, di Rafaello d'Urbino e dello stesso Baldassarre. Or egli dice soltanto di aver tratta da Baldassarre la pianta del teatro di Marcello; e parmi che se in altre cose ei si fosse giovato delle fatiche di lui, ei non fosse uomo a dissimularlo. Così arricchitosi il Serlio di molte utili cognizioni, si accinse a farne dono al pubblico, componendo un intero Trattato d’Architettura. E avendone formata tutta l’idea, e (/?) Veggasi intorno a ciò l5 esatto e copioso articolo sulla vita c sulle opere del Serlio, che ci ha poi dato il sig. ab. Francesco Alessio Fiori, e che è stato inserito nell1 opera degli Scrittori Bolognesi del sig. conte Fantuzzi (l. 7, p. 3f)3, ec).