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76G LIBRO famigliare straniamente impedito. Chi avrebbe creduto che dopo tali vicende, e dopo si fatta educazione, ei dovesse divenire un de più illustri matematici del suo tempo? Degli altri anni del Tartaglia sappiamo assai poco. Egli accenna in un luogo di avere abitato per dieci anni in Verona (l. c l. 6, ques. 1); il che però si raccoglie ancora da molti suoi quesiti. Fu poi professore di matematica in Venezia, ove cominciò ad abitare nel 1534 (^ 9? ques. 19), e veggiamo ch’ei soleva almen qualche volta spiegare Euclide nella chiesa de' ss Giovanni e Paolo (ib. ques. 22). Nel 1548 fu con caldi inviti e con liberali promesse chiamato a Brescia, perchè vi tenesse scuola di matematica; ed egli stesso descrive assai lungamente la storia di tutto il maneggio per ciò fatto, e della maniera con.cui non gli furon serbati i patti già stabiliti, sicchè, dopo essersi ivi trattenuto insegnando circa 18 mesi, e dopo avere inutilmente litigato per lungo tempo, fu costretto a tornarsene assai malcontento a Venezia (Della travagliata Invenz. ragionam. 3). Ivi egli continuò a vivere fino al 1557, nel qual anno diede fine a’ suoi giorni. XLII. Scorsa così in breve la vita di quest'uom singolare, veggiam quai fosser le scoperte ch’ ei fece nella matematica e singolarmente nell’algebra. Gli scrittori di questa scienza, fra’ quali F. Luca Pacioli era stato finallora colui che più si era innoltrato, non eran giunti che all’ equazioni del secondo grado. La soluzione di quelle del terzo si cominciò a conoscere in questo secolo, e diede occasione a contesa tra 1