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740 « LIBRO modo di formarli in maniera che ardessero a qualunque distanza (ib.). Ma egli stesso non ebbe il coraggio di accingersi a farne pruova. Maggior onore dovrebbe egli ricevere dall’ invenzione del telescopio, se questa si potesse veramente a lui attribuire (n). E molti glie l’attribuiscono in fatti, e fra essi uno che potrebbe valer per molti, cioè il Wolfio (Elem. Dioptr. schol. 318). Ma, a dir vero, non abbiam bastevole indicio a conoscere che il Porta fosse il primo inventore di tale stromento. L’ unico passo delle sue opere, in cui egli sembra accennarlo, si è ove dice: Concavae lentes, qitae longae swit, alarissime cernerefaciunt; convexac propinqua; unde ex visus commoditate his frui poteris. Concavo longe parva vides, sed perspicua, convexo propinqua majora, sed turbida; si utrumque recte componere noveris, et longinqua et proxima majora et clare videbis. Non parum multis amicis auxilium praestitinius, (n) Alcuni hanno creduto che il celebre Ruggero Bacone avesse trovato il telescopio; e M. Bailly raccoglie alcuni passi da’ quali certamente raccoglie eh’ ci faceva uso di un tubo ottico. Ma egli stesso osserva che cosi il tubo da lui usai*), come pur quelli de’ quali sembra che si servissero gli antichi, e singolarmente Ipparco « Tolomineo, e così pure quelli che adoperavano da’ Cinesi, e quello di cui usava il monaco Gerberto che fu poi papa Silvestro 11, doveano essere tubi senni lenti, destinati soltanto a raccoglier meglio i raggi e a fissar meglio l’oggetto che voleasi rimirare (Hat. ilo VAstron. mod. t. i, p. 3o5, 355, 6a3, 6yc)). Certo se il telescopio fosse stato veramente scoperto in addietro, gli astronomi non meno che i curiosi non avrebbon permesso che una tale scoperta si dimenticasse giammai.