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SECONDO 721 al gran pontef Gregorio XIII, e il progetto della riforma dovea uscire dal fondo della Calabria. Luigi Lilio ne fu l autore, nato non già in Verona, come moltissimi affermano, e tra essi il Montucla (Hist. des. Mathém. t. 1, p. 586), nè in Roma, come altri scrivono, ma nella Calabria, come confessa lo stesso marchese Malici (Kcr. illustr. par. 2, p. 293), benchè non sia ben certo in qual luogo nascesse (V. Tafuri, Scritt. napol. t. 3, par. 2, p. 465, ec. (*). Ei sarebbe uomo del tutto oscuro, se il suo progetto medesimo non l’avesse reso immortale, poichè nulla sappiamo deliavita da luicondotta, e nulla se ne ha alle stampe. Ma tutti gli scrittori di quel tempo, e la Bolla stessa di Gregorio XIII, gli assicuran la lode di questa invenzione. Dieci giorni tolti nel 1582 al mese di ottobre ridussero gli equinozii all’antico lor termine la soppressione dell’anno bisestile nell’ultimo anno d’ogni secolo, trattone al fin d’ogni quarto secolo, rendette stabile per l’avvenire quel termine stesso e non già Pinvenzion dell’epatta, che, come osserva il suddetto ab Ximenes (l. c. p. 106), era già conosciuta gran tempo prima, ma l’equazione introdotta nel ciclo decennovale congiunse e adattò l’anno solare al lunare. Il Lilio (*) Ciri» o Zirò piccini luogo della Calabria nella diocesi di Umbriatico fu la patria di Luigi Lilio, come ha chiaramente provato D. Carlo Maria.Nardi in un suo libro stampato in Lucca nel >769, e intitolato Carniinum specimen, concinnis adnolalionxbus se:Ini]uc ac proficuis parergis exornatum. Tiraboschi, Voi. XJ. 8