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secondo 717 astronomia nella sua patria, accenna più opere astronomiche il Papadopoli, ma senza indicare se sieno state stampate (Hist. Gymn. patav. t. 1, p. 305). Egli è lodato moltissimo dal Bembo in una sua lettera (l. 6 Famil ep. 83). Molte opere astronomiche abbiamo di Giovanni Padovani matematico veronese (Maffei, Ver. illustr. par. 2, p. 390), e molte pure di Francesco Giunti fiorentino, che passato poi in Francia, vi ebbe l’impiego di limosiniere di Francesco duca d’Angiò fratello del re Arrigo III (Negri, Scritt. fiorent. p. 197 J Ximcn. I. cit. p. 111). Una cometa, che apparve nell an 1577, eccitò molti scrittori a illustrare quell argomento, quali furono Girolamo Sorboli, Giammaria Fornovelli, Giovanni Ferrerio, Giacomo Marzari (*). Essi ne scrissero, è vero, co’ pregiudizii proprii di quell età, ma pur si vede in essi quasi da lungi il primo raggio di quella luce che su esso si è poi sparsa. Anzi Pietro Sordi, che pubblicò parimente in Parma nell’anno iS'jS, in cui pure uscirono i sopraccennati libri, un Discorso sopra le Comete, ci mostra che fin d’allora credevasi che si (*) Tra gli scrittori sulla cometa del \ deesi annoverare ancora Agostino Bucci, di cui in questo ducale archivio conservasi una lettera, scritta da Torino a’ 5 di ninrzo del 1578, ad Antonio Montecatino primo lettor di filosofìa in Ferrara, in cui gli manda un suo discorso su questo argomento, il qual però io non uovo che abbia veduta la luce. Del Bucci, e cosi pure del Bel ga rammentato sulla fine di questo capo, parlasi con molta lode ne’ due opuscoli intomo alla torinese Accademia Papinianea, di cui si è detto nel ragionai« della stessa adunanza.