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SECONDO 7O7 e mollo pure dovettero questi esser promossi da Jacopo Zieglero, erudito astronomo tedesco, che conosciuto in Ungheria dal Calcagnini e dal Cardinal Ippolito d’Este il vecchio circa il 1518, fu poi per opera loro chiamato in Italia, e soggiornò alcuni anni in Ferrara, in Venezia e in Roma intorno al quale, oltre i molti passi dell’opere del Calcagnini, che ne ragiona spesso con molta lode (Calcagn. Op. p. 54, 55, 65, 67, ec. p. 139, 142, 149 175 Pier. Valerian. HierogL. l. 6), si può vedere la Vita che lo Schelhornio ne ha scritta (Amocnit. Hi st. eccl. t. 2, p. 210, ec.). Frutto dell’ardore che avevano gl Italiani per questi studii furon le molte Effemeridi de moti celesti che in questo secolo si pubblicarono. Oltre quelle di Luca Gaurico, di cui diremo tra poco, Pietro Pitati veronese e professore di matematica nell’ Accademia filarmonica di quella città, pubblicò nel 1552 in Venezia le Effemeridi dal detto anno fino al 1562, oltre più altre opere dello stesso argomento, che si accennano dal march. Maffei (Ver. illustr. par. 2, p. 388); e altre somiglianti dal 1554 fino all’an 1568 ne diede ivi alla luce l’an 1554 Niccolò Simi bolognese professore di astronomia nell’università della sua patria, alle quali si aggiugne qualche altro opuscolo astronomico del medesimo Simi, e di Giambattista Carelli piacentino. Giuseppe Moletti messinese, professore di astronomia in Padova, chiamato poscia a Mantova dal duca Guglielmo per istruire in quella scenza il principe Vincenzo suo figlio, e poscia tornato alla sua cattedra in Padova, e ivi morto