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700 Limo e di volgi» un libro, in cui si fa a provare quod Coelum stet, terra ai ¿te ni moveatur. Nè io però ardisco decidere ch ei fosse il primo a immaginarlo; perciocchè il Cardinal de Cusa avea già scritto di tale argomento; e innoltre il Calcagnini, avendo viaggiato per l’Allemagna, per la Polonia e per l Ungheria, potè essere facilmente istruito di ciò che il Copernico andava allora insegnando (ti). Il soggiorno che il Copernico stesso fece per alcuni anni in Italia, come nel precedente tomo si è detto, dovette contribuir molto a fomentar questi studi, quelle parole: Indilae atque Illustrissitnae Veneto rum Reipublicae suòni isse dono inittit Tjcho Brahe munu propria. (a) Forse il Calcagnoli apprese il sistema copernicano da Giannalberto Widmanstadio, il quale l’anno i533, trovandosi in Roma alla presenza di CI em tu Le VII, di due cardinali e di altri uomini illustri, espose il sistema copernicano, e invece delle molestie clic poi nel secol seguente solili il Galileo, ne ebbe in dono dal papa un bel codice greco che conteneva l’opera De senni et sensibili di Alessandro Afrodiseo, e lascionne memoria egli stesso in quel codice, che or si conserva nella elettoral biblioteca di Monaco, con queste parole riferito nel Saggio storico e letterale sopra la detta biblioteca, stampato pochi unni sono in Monaco, e riportale anche dall’ali. Marini (Degli Archiatri pontif, t. p. 351): Clemens VII P. HI. lume codiccm inilu dono dedit A. i533. Romae, postquam praesentibus Fr. Ilesino Jo. Saliiato Cardinal ¡bus, Jo. Pctro Episcopo Viterbiense, et Matthaeo Curtio Medico Physico in Uortis Vaticanis Copernicidnam de motu tenue sententiam explicavi. Joh. Albertus IViàmanstadius cognomento Lucrelius, SS. D. N. Secretantis Domesticus et Familiarìs. E lo stesso Copernico dedicò l’opera in cui svolge il suo sistema, al pontefice Paolo HI.