Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/10

61 O LIBRO clic dovesse egli solo regnar nelle scuole. Ma la morte di quel gran cardinale, e lo scioglimento della mentovata accademia, avvenuto, come si è altrove osservato, al principio di questo secolo, cambiò l’aspetto alla guerra e dimenticato quasi Platone, la turba de’ filosofanti si volse presso che tutta ad Aristotele. Moltissimi di fatto furono gli scrittori che si occuparono in rischiarare le opere di quel filosofo, e in emendarne gli scritti guasti fin dal principio dalle vicende de’ tempi e dall’ignoranza de’ copiatori. Al tempo stesso però sorser più altri, che vergognandosi di esser seguaci di alcuno, scossero il giogo, e si gittarono per nuove strade non più tentate, lusingandosi per tal maniera di giungere allo scoprimento del vero, a cui pareva loro che mal conducessero le antiche guide. Il frutto del loro ardire altro allora non fu che di cadere in errori più gravi di quelli ond’essi cercavano di fuggire. Ma questi errori medesimi diedero poscia origine alle belle scoperte che si fecer nel secolo susseguente. Quindi, se di altro non fossimo debitori a cotali arditi filosofi, che di averci insegnato a non adottar ciecamente le antiche opinioni, ma a richiamare ogni cosa ad esame, perciò solo onorata e cara ci dovrebb essere la lor memoria. Facciamoci dunque a ricercar partitamente le diverse vicende della filosofia nel corso di questo secolo, e veggiamo per quali vie si tentasse d imparare una volta a conoscere la natura. E cominciamo da’ seguaci di Aristotele, de’ quali però fra l’immensa turba che ci si fa innanzi, diremo solo de’ più illustri.