Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/621

SECONDO Ixiy camaldolese, alcune delle quali appartengono alla storia ecclesiastica, si veggano il P. Negri e gli altri scrittori della Storia letteraria di Firenze. Di Leandro Alberti diremo altrove più a lungo. Due egregi storici ebbe l’Ordine agostiniano, uno il celebre Onofrio Panvinio, di cui sarà d’ altro luogo il parlare più stesamente, l’altro Giuseppe Panfilo veronese anch’esso come il Panvinio, e vescovo poscia di Segna, e autor di altre opere che si accennano dal marchese Maffei (Ver. illustr. par. 2, p. 421). Alcuni hanno preteso che il Panfilo si usurpasse l" opera scritta già dal Panvinio, e la spacciasse qual sua. Ma a smentire cotale accusa, basta il riflettere che la Storia del Panvinio fu pubblicata fin dal 1550, e quella del Panfilo solo 1581. Michele Poccianti e Arcangelo Giani scrissero amendue la Storia del loro Ordine de’ Servi di Maria, ma del Giani diremo nel secolo seguente, in cui solo uscirono i grandi Annali dell’ Ordine stesso da lui compilati. Della Vita di S. Ignazio fondatore della Compagnia di Gesù scritta dal P. Maffei, ch è il solo libro appartenente a questo Ordine, di cui si debba qui far menzione, diremo nel parlare delle altre opere di quell’elegante scrittore. L’Ordine de’ Cavalieri di Malta ebbe per ultimo un illustre storico in Jacopo Bosio che da alcuni è detto milanese di patria, da altri natio di Civasso in Piemonte. A me sembra che l’autorità dell’ Eritreo, che dovea averlo conosciuto in Roma, e che il dice milanese (Pinacoth. t 1, p. 232), debba aver molta forza. Di lui parla il co. Mazzucchelli (Scritt ital. t. 1, par. 3, p. 1839, ec.),