Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/617

% SECONDO 6o3 nella storia sacra e nella teologia. Egli è probabilmente quel Lippomano stesso di cui allora ancor giovane fa un bell elogio il Vida sul principio del lib III della Poetica, qual si legge nel codice altre volte citato del sig baron Vernazza, e che manca nell edizioni; dal quale anche raccogliesi che fin da quel tempo ei fu vicino ad essere cardinale, ma che per invidia altrui ne fu escluso: Aspice ut ante alios juvenis Lipomanus in altum Nititur, et bijugi pini jam capita ardua montis Contendit prensare manu; quando omnia Musis Posthabet, atque unum colit almi Heliconis amorem Nec curat, sibi quod fortunae crimine iniquae Abstulerit modo promissos sors invida honores. Cui si purpureo debentia fata dedisscnt Romano« mter pali es fulgere galero, Praesidium Musis magnum, sacrisque Poetis A fibre t, alque suus doctis honor artibus esset. Ma egli poscia, lasciati i poetici studi, tutto si volse a’ sacri. Una catena di antichi Interpreti greci e latini sulla Genesi, sull*Esodo e su alcuni Salmi, fu la prima opera con cui egli diè saggio del suo sapere. Quindi nel 1553 ei pubblicò in lingua italiana La confermazione e stabilimento di tutti i dogmi cattolici, opera per ordin di lui già cominciata in Verona dal can Maffeo Albertini e dall' arcipr Giovanni del Bene, e da lui stesso poi riveduta e oltre al doppio accresciuta (Fontan. Bibl. colle Note del Zeno, t. 2, p. 447)? c l’anno seguente pubblicò pure in lingua italiana l'Esposizione sopra il Simbolo apostolico (ivi, p. 432). Opera di assai più ampio lavoro furon le Vite de’