Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/616

6oa libro nuovi conienti illustrata da quel dotto religioso, e stampata in Firenze nel 1751 (*). LV. Potrebbe qui farsi ancora onorevol menzione della bell’opera di Agostino Tornielli barnabita sulla Storia del Testamento vecchio; ma ella non fu dal suo autor pubblicata che nel 1610, e perciò ci riserbiamo a parlarne nella storia del secolo susseguente. Qui dunque porrem fine al capo presente con parlare di alcuni scrittori che molto illustrarono la storia ecclesiastica, o col raccoglier le Vite dei’ Santi e col rischiarare le loro geste, o collo scrivere le storie degli Ordini religiosi. Tra’ primi deesi rammentare con lode Luigi Lippomano, vescovo prima di Modone, poi di Verona, e finalmente di Bergamo, adoperato da’ pontefici in più nunziature, presidente al concilio di Trento, e uomo assai dotto nelle lingue straniere, (*) Nel parlare degli Annali del Baronie do vea si ancor far menzione di Federigo Merio nato in Galalina a”1 20 di novembre del i55r di nobil famiglia, che ivi tuttora sussiste. teologo del cardinal Giulio Sanlorio in Roma, maestro negli studi di Pietro Aldobrandino nipote di Clemente Vili, ed indi nel 1602 eletto vescovo di Termoli, e morto ivi nel 1612, dopo aver retta con molto zelo quella Chiesa per lo spazio di dieci anni. Quanto havvi di passi di autori greci tradotti in latino negli Annali ecclesiastici, lutto deesi al protondo sapere del Mezio in quella lingua, come lo stesso Baronio sinceramente confessa, ricolmandolo perciò continuamente di somme lodi. Più altre opere ancora ei tradusse dal greco, e alle ricerche di esso debbomi ancor gli Atti (lei Concilio Vili di Costantinopoli, che si credevan perduti, e che da lui ritrovati, iuron poscia dati alla luce dal gesuita Grelzero. I