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fosse m ciò il valore. Anzi per sè ancora adunò il Sirleto gran copia di codici mss., de quali si valea per le sue versioni e per altre sue opere, delle quali direm fra poco, in quale stima egli fosse, abbastanza raccogliesi dalle lettere di diversi scrittori di que’ tempi. riferite o accennate dal P. Lagomarsini. Ma niuna testimonianza è sì onorevole al Sirleto, quanto quella del cardinale Seripando clic a’ 2^ d’agosto del 1562 scrivendogli dal concilio di Trento in risposta a una lettera che quegli aveagli inviata da Roma su diverse quistioni da quel sinodo agitate, Questa de dicci nove, gli dice, quanto è stata più lunga, tanto maggiormente me aggradata, perchè contiene in sè maggior copia di belle autorità, dalle qualifo questa conclusione, che voi stando costì date qui maggior ajuto et fate maggior servizio, che se vi fossero gionti cinquanta altri Prelati (ib. p. i3u) (a). A ragione però il (a) Mirrila ancora di esser letta In dcd.ca con cui Aldo Manuzio gli offrì l'anno l'ino la sua edizione di Censorino. In essa rammenta primieramente in quanta stima egli fosse presso i Padri del concilio di Trento, i quali allor quando trattavasi! di alcune quistioni di difficile scioglimento, a lui ricorrevano come ad oracolo. Aggiugne ch ei si ricorda che essendo allora fanciullo, veniva talvolta da Paolo suo padre condotto alla sua abitazione, e vedeva egli stesso qual frequente e numeroso concorso a lui si facesse anche dalle più lontane parti del mondo, per conoscere un uomo ch era insieme dottissimo e benefico protettore de’dotti; ericorda finalmente le onorevoli testimonianze di stima che ricevute avea da’ romani pontefici; perciocché P o* lo IV nell eleggerlo protonotario apostolico aveane fatto un magnifico elogio con applauso di tutta Roma; Pio IV, avendolo posto nel collegio de cardinali, soleva diredi