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SECONDO 5ÓT jii Roma, e tanto s1 innoltrò, come narrasi dall'Eritreo, nelle lingue latina, greca ed ebraica, che in tutte parlava non altrimente che se fosser le sue. Nello studio poi delle sagre lettere e de’ SS. Padri si esercitò per maniera, che non credevasi che alcun altro si potesse a lui uguagliare. A questi sì rapidi avanzamenti contribuì molto la rara memoria di cui egli era dotato. Di essa grandi cose ci narra il Graziani nella Vita del Commendone, a cui fu il Sirleto carissimo) ma aggiugne che alla memoria non corrispondeva in tutto l'ingegno: Familiariter usus est, dic"egli del Commendone (l. 1, c. 5), Guglielmo Sirleto, qui ei postea collega in Cardinalatu f'uit, viro cimi innoccntia swnnia, (uni memoria tanta, ut cum omnes omnium artium libros, omnia scripta Graecorum et Latinorum vetera recentiaque incredibili labore perlegisset, eorum non singulas modo sententias: sed verba quoque memoriter recenseret, cum bibliothecae instar de abstrusissimis rebus consuleretur; quod, 1 lisi congestis in unius nòti ti ani tot rerum doctrinis ingenium impar fuisset, memorabiliorem virum aetas nostra non tulisset Ei dovette i principii del suo innalzamento a Marcello II, ch essendo ancor cardinale, sei leu ne più anni in casa (Pollidor. V'ita Marceli II. p. 68), e fatto poscia pontefice lo elesse a segretario de' memoriali (ib. p. 120). Egli istruì ancor nelle lettere Ricciardo ed Erennio Cervini, nipoti di quel pontefice (Lagomars. Note al Pog. t. 1, p. 28) *, e perchè questi, come si è detto, era avidissimo raccoglitore di libri, va leva si del Sirleto principalmente, di cui ben sapeva qual