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SECONDO 56I ^ssa, che si ha tra le opere di esso, e la risposta a lui fatta dal Carnesecchi, ci fan vedere che questi erasi lasciato infelicemente sedurre. Citato perciò a Roma nel 1546 (Casa, lett. 33, 44), seppe difendersi in tal maniera, che fu assoluto. Accusato di nuovo e chiamato giudizio da Paolo IV, fu condennato assente, e per ultimo Pio V, ottenutolo dal gran duca Cosimo, e fattolo condurre a Roma, ivi il condennò all'estremo supplì ciò: uomo lodato molto pel suo sapere dal Mureto (l. 1, ep. i4)? dal Bonfadio (Lettere, p. 29), dal Casa, del Flaminio e da più altri uomini dotti di quell'età, e tanto più degno di compassione, quanto men saggio fu l uso ch’ ei fece de’ suoi talenti (a). XLIV. A me rincresce l andarmi tuttora avvolgendo in sì spiacevole argomento. Ma io non debbo dissimulare che oltre il dare molti seguaci agli errori di Lutero e di Calvino, ebbe l Italia il dolore di produrre gli autori di nuova e ancor peggiore eresia, cioè di quella de’ Socciniani, conforme in gran parte a quella degli antichi Ariani. Lelio Soccini sanese, figliuolo del giovane Mariano Soccini celebre canonista, e nato nel 1525, ne fu il primo autore. Fausto di lui nipote, perchè figliuolo di Alessandro di lui fratello, e nato nel 1539, ne fu veramente il fondatore e padre. Le loro Vite si hanno nella {-7) Delle vicende e della infelice morte del Carnesecchi, seguita a’ 3 di ottobre del i5t>7, ha parlalo di fresco anche d sig. Galluzzi, che ha pubblicati su ciò alcuni (Inora inediti documenti (Storia del Gran Ducalo di Tose. I. 5, c. 4)Tnuuoscm, Voi X. 36