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PRIMO -P erCiò con lettere e onorato con grandi elogi da tutti gli eruditi. Paolo III era troppo saggio discernitore del vero merito, per lasciar lungo tempo nascosto quel del Cervini. Oltre la cura che a lui confidò de due suoi nipoti i cardinali Alessandro e Ranuccio, che sì ben corrisposero poscia alle sollecitudini del zio e del direttore, il promosse successivamente a diverse dignità ecclesiastiche, lo adoperò a difficili legazioni, sì prima di onorarlo della sacra porpora, come dopo avergli conceduto questo ben meritato onore nel 1 53q. Io non mi tratterrò in parlare de’ viaggi da lui fatti per ordine del pontefice in Francia e in Allemagna, e delle grandi cose da lui ivi operate per la religione, nè delle diverse chiese alle quali in diversi tempi (fu dato vescovo, tra le quali fu quella di Reggio di Lombardia, nè delle singolari virtù delle quali in ogni tempo mostrassi adorno. Ma non deesi già ommettere la prefettura della biblioteca Vaticana, che da Paolo III e da Giulio III gli fu confidata. Il Poggiano, nell orazion funebre di Marcello II, afferma (Poiani Epist t. 1, p. 103) che Paolo nell atto di nominarlo a tal carica protestò che a ciò avealo indotto così l'insaziabile sete di leggere e di studiare, da cui sapeva che compreso era il Cervini, come il vivissimo desiderio che questi avea di giovare in ogni possibil maniera agli uomini dotti. In fatti non sì tosto Marcello ne prese la cura, che l’ accrebbe tosto di rarissimi codici, di molti de suoi medesimi più pregevoli le fè dono, e cercò diligentemente libri di tutte le più pellegrine lingue, valendosi a tal fine del