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SECONDO 53^ XXXVIII. L’esempio di Pietro Martire fu fatale a molti che con lui erano in Lucca, e ad alcuni singolarmente del suo Ordine, cioè a Celso Martinenghi bresciano e a Girolamo Zanchi bergamasco, i quali vissuti insieme per 16 anni in quell*Ordine, e esercitatisi ne’ medesimi studi, amendue, benchè non al tempo medesimo, tenner dietro al Vermigli. Del Martinenghi sappiamo solo ch’ ei fu pastore della Chiesa italiana in Ginevra, e che ivi finì di vivere; nè so che opera alcuna ce ne sia rimasta. Più celebre è il nome del Zanchi per gli otto tomi di opere teologiche e scritturali che ci ha lasciati, stampati in Ginevra nel 1619 (ri). Sono tra esse due libri di lettere, in una delle quali scritta a Lelio Zanchi (Epist. p. 204) ci dà notizia delle vicende della sua vita e della sua famiglia. Egli era secondo cugino di Basilio e di Grisostomo Zanchi, de quali dovremo parlare in questo tomo medesimo; perciocchè Paolo Zanchi lor padre e Francesco Zanchi (*) padre di Girolamo eran figliuoli di Marsiglio e (a) La Vita di Girolamo Zanchi è stata più recentemente descritta con molta esattezza dal sig. co. cavalier Giambatista Gallizioli patrizio bergamasco, e stampata in Bergamo nel 178?. (*) Francesco Zanchi padre di Girolamo si può anno verar tra gli storici, e ne abbiamo in pruova un opuscolo latino da lui scritto non senza eleganza, e pubblicato di fresco, che ha per titolo: Frani isci Tercntii Zanchii Bergomomatis Commentarius de rebus a Georgio IJrmn preteriate gestii in primo adversus Maximilianum Romanorum Regem bello a Venetis suscepto (Idea della Storia della Valle Lagurina, p. 201, ec.).