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534 LIBRO innondavano, essendo in gran parte infette di quegli errori, coi lor discorsi e co’ loro esempii gli propagaron non poco. Più ancor dannoso all" Italia fu il soggiorno che per qualche tempo fece occultamente Calvino sotto il nome di Carlo d’Heppeville alla corte di Ferrara circa il 1535 (Murat. Antich. Esten, t 2, c. 13); poichè non solo ei confermò nell’ errore la duchessa Renata, ma più altri ancora sedusse. In tal modo in poco tempo appena vi ebbe parte d’Italia in cui non si vedessero molti, quai più quai meno, apertamente seguire le opinioni de' novatori. Il Gerdesio, che di ciò ha scritto ampiamente, benchè in molte cose abbia esagerato, e molti Italiani abbia annoverati tra gli eretici, che ne furon ben lungi, come altrove vedremo, ciò non ostante gran copia di documenti ha raccolta, i quali pruovano chiaramente con quale rapidità andasse scorrendo per ogni parte il torrente della’eresia. L’ignoranza delle cose teologiche non lasciava a molti discernere il vero dal falso; il nome tanto vantato di riforma imponeva a non pochi, ma più di ogni cosa piaceva a molti la libertà di pensare, e quella che ne veniva per frutto, di vivere e di operare. Abbiamo altrove veduto quanto si richiedesse a svellere l’eresia che in Modena minacciava di gittar profonde radici; e ciò che di questa città si è detto, potrebbe somigliantemente dirsi di più altre ancora, se questa fosse la Storia non delle lettere, ma delle eresie. Io dirò dunque soltanto di alcuni che lasciatisi infelicemente sedurre, abusarono del loro ingegno a sedurre più altri.