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5li8 LIBRO e parecchie sue lettere cel mostrano in Roma nel 1574 (ivi, p. 2 27,.ec.). Pare ch ei fosse allora a servigi del cardinale Ferdinando de Medici (V. Zeno, Note al Fontan. L ijp./\i, 4J)Finì di vivere nel 1576, in età di 81 anni, alla Panereta villa tra Firenze e Siena, in casa di Lodovico Capponi, che colà avealo amorevolmente invitato (ivi). E il Zeno congettura che concorresse ad affrettargli la morte una lettera piena di sentimento e di sdegno scrittagli dal cardinale Ferdinando dei Medici da Roma a’ 28 dicembre del 1575, ch'ei dice aver veduta manoscritta (Lett. t. 3, p. 47)- Avea egli presa a sua moglie circa il 1550 una certa Adriana damigella d onore di Vittoria Farnese duchessa d’Urbino (ivi, t. 3, p. 44) > ma essa non ebbe figli. Ben ne ebbe in età giovanile due naturali, detti Cristoforo e Pietro Paolo, ai’ quali poscia, pel fanatismo allora sì usato, cambiò i nomi, dando al primo quello di Giulio Cesare, al secondo quello di Paolo Emilio (ivi,p. 40). Il primo gli sopravvisse, e fu egli ancor uomo di qualche letteratura. Convien dire che i Protestanti dal Muzio impugnati ignorassero questi due figli a lui nati da donna non sua; che certo non avrebbon lasciato di menarne rumore. E veramente ei sarebbe stato più lodevole assai, se al difendere coi suoi scritti la Religione cattolica avesse congiunto l onorarla co suoi costumi, ne quali per altro ella è questa l unica grave macchia che possa notarsi; ed è probabile che questa fosse effetto di qualche passion giovanile; perciocchè egli ne primi suoi anni, come osserva il Zeno (Leti.