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5ua libro di Pier Paolo, e del Sanga segretario del pontefice, morti amendue di veleno, il qual fatto accadde nell’agosto del 1532 (V. Bonamici de cl. Pontif. Epist Script, p. 227, ed 1770). In quest’anno adunque fu il Muzio a Roma, e vi fu la prima volta, come dalla stessa lettera si raccoglie. Fu poscia per parecchi anni al servigio del! marchese del Vasto; e da lui nel 1542 fu mandato a risedere presso il duca di Savoia, che allor trovavasi in Nizza (Lettere, p. 45); e abbiam veduto altrove il viaggio che col marchese fece in Piemonte nel 1543. Con lui ancora fu in Allemagna nel 1545 (ivi, p. 117). Dopo la morte del marchese, avvenuta nel i54(>, passò alla corte di D. Ferrante Gonzaga. Così raccogliam da una lettera a lui scritta da Pietro Aretino nell’anno stesso, in cui di ciò con esso lui si congratula Aret. Lett. l. 4, p 26). E assai più chiara pruova io ne ho in moltissime lettere del Muzio al medesimo D. Ferrante, tratte dagli originali che se ne conservano nell’archivio di Guastalla, delle quali per gentilezza del più volte lodato P. Affò io ho copia. La prima di esse ci mostra che il Muzio dopo tanti anni di fatiche e di servitù era ancora povero: Siccome io fui figliuolo di povero padre, gli scrive egli a’ 10 di agosto nel 1546, così sempre sono stato figliastro della fortuna, che non mi truovo al mondo altra entrata che quella, la quale mi dà la servitù mia. Et già sono passati diciotto mesi, che non ho tocca provisione se non di tre; là onde mi trovo aggravato di debiti, et a piedi, e mi convien vivere del sussidio degli amici. Nell’ottobre dello