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5ao, LIBRO mortogli il padre, trovassi in assai povero stato e con numerosa famiglia; e dovette per sostenerla entrar nelle corti, e servir or un principe, or l altro; del che, parlando egli stesso (Lett. p. 190, ed. fir. 1590), si duole che gli sia sempre convenuto guadagnare, il pane servendo hor negli armati eserciti, et alle Corti de Papi, hor d Imperadori, di Re, et d altri Principi, hor dall uno et hora dall’ altro capo d Italia, hora in Francia, hora nella A Ile magna alta, et hor nella bassa. Il primo a cui egli ebbe l onor di servire, fu, come sembra, fimperadore Massimiliano I. Perciocchè egli scrivendo al gran duca Francesco I dice di se medesimo: vissi già un tempo alla Corte di Massimiliano Imperadore di gloriosa memoria, bisavolo della Serenissima sua Consorte (ivi, p. 218). Ciò dovette avvenire prima del 1519, nel principio del qual anno Massimiliano finì di vivere; ma per quanto tempo e in qual carattere fosse il Muzio a quella corte, non ho lumi a deciderlo. Nel detto anno 1519 ei trovavasi in Capo d’Istria sua patria, ed ivi si strinse in amicizia con Marcantonio Amulio, poi cardinale, com egli stesso gli ricorda, offerendogli i suoi Avvertimenti morali. Ma poi non sappiamo precisamente ov egli passasse i suoi giorni tra ’1 i52o e ’1 i53o. Egli ci dice solo generalmente: Fra in Padova, in Vinegia, in Capodistria, in Dalmazia, et in Allemagna vissi infino all'età di 30 anni, appresso conversai in Lombardia, in Piemonte, in Francia, et in Fiandra (Battaglie, p. Z.\, ed. ven. 1582). Sappiamo ancora, benchè se