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5»0 LIBRO di penetrare segretamente nell" Inghilterra per riconoscervi lo stato della Religione, e ciò ch’ella avesse a sperare dalla nuova reina Maria. D1allora in poi il Commendone fu continuamente occupato in nunziature e in legazioni 5 e appena vi ebbe parte d’Europa, a cui egli non fosse spedito. Se ne può vedere la serie presso il Graziani, che troppo lungi mi condurrebbe il darne pure un compendio. Paolo IV al! principio del suo pontificato il dichiarò vescovo di Zante e di Cefalo ni a 5 e il Poggiano scrivendo circa il tempo medesimo a Guglielmo Prusinoschio vescovo d’Olmutz, Nemo est, gli dice (Epist. t. 1, p. 201), mea quidem sententia, credo item tua, qui Commendono Episcopo ulla animi vel ingenii laude anteponi possit: nemo rursum propensior ad amandos eos, in quibus aliquod virtutis aut doctrinae lumen eluceat Hos ille homines, tute scis, comprehendit amicitia, tuetur obsequio, non eis onorifico testimonio, non diligenti commendatione deest, sed provehitur interdum amore, ut, quae vere de se narrare possit, ea praedicet de amicis. Di questo favore, di cui il Commendone onorava gli uomini dotti, parla ancora il Graziani, e fra quelli che da lui furono perciò amati e distinti, nomina Annibal Caro, Guglielmo Sirleto, Ottavio Pantagato, Jacopo Marmitta, Basilio Zanchi, Paolo Manuzio e il suddetto Poggiano (l. 1, c. 5). Tra le Lettere del Caro in fatti molte ne ha al Commendone, ed una fra le altre in cui leggiadramente descrive i tanti e sì lunghi viaggi per servigio della Chiesa da lui intrapresi (t. 2, letter. 165). Pio IV