Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/501

SECONDO 48/ monumenti del suo sapere. Alcune lettere latine a Federigo Nausea vescovo di Vienna (Epist miscell ad Feder. Naus. p. 271, 298, ec.) e una al cardinale Cortese (Cortes. Op. t. 2, p. 182), parecchie italiane tra quelle del cardinale Polo, e qualche altra sparsa in altre raccolte, un’ orazion da lui detta nel concilio di Trento, che leggesi nella edizion de Concilii, e un’altra a Ferdinando re de’ Romani (Orationes Procerum, Friburgi 1543), le costituzioni da lui promulgate nel sinodo tenuto in Modena nel 1565,e le leggi pel governo di Genova, sono le sole cose di lui rimasteci. Alcuni aggiungono ch’ ei ripurgò le Opere di S. Girolamo dagli errori di cui aveale macchiate Erasmo; ma di ciò non ritrovo nè certa pruova, nè più distinta notizia. XXIV. Anche dal cardinale Seripando non v’ha finora chi abbia scritta la Vita con quella esattezza che a un tanto uomo si conveniva; perciocchè poco è ciò che ne han detto il P. Felice Milensi agostiniano innanzi a Comenti del Seripando sulle Lettere di S. Paolo, e gli scrittori delle Biblioteche del suo Ordine e del regno di Napoli, de’ primi fra’ quali il più recente è il P. Gianfelice Ossinger (Bibl. August Ingolstad. 1768,fol. p. 836), dei’ secondi il sig Giambernardino Tafuri (Scritt. del Regno di Nap. t. 3, par. 2, p. 193, ec.). A ciò clfessi, e gli autori da loro citati, ne dicono, procurerò io di aggiugnere alcune altre notizie che sempre più faccian conoscere il raro merito di questo dottissimo cardinale. Ferdinando Seripando e Luigia, o, come altri la dicono. Isabella Galeotta, amendue di assai nobil famiglia,