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47° LIBRO più assai che dalla comune lor patria, ebbe origine dalla somiglianza dell indole, delle virtù, degli studi; e la stessa dolcezza di tratto, la chiarezza e la precision medesima delle idee, la stessa vasta estensione di sapere, la stessa sincera pietà per ultimo, e il medesimo ardente zelo per la Chiesa di Dio fecero rimirare amendue questi cardinali come due delle più ferme colonne che avesse in quei’ tempi si torbidi la Religione. Ma noi non diremo che degli studi. I sacri formarono la principal sua occupazione, poichè ebbe abbracciato lo stato monastico. L’edizione fatta in Venezia nel 1538 del Testamento nuovo corretto sui greci esemplari, crede fondatamente monsig Gradenigo che si debba al Cortese. Egli avea ancor preso a raccogliere, mentre si ritrovava in Lerins, le Opere de’ SS. Eucherio ed llario; ma delle fatiche in ciò da lui sostenute non ci è rimasta che la memoria. Alcune opere de’ SS. Padri greci e latini furon da lui recate in lingua o latina o italiana. Parecchi trattati teologici scrisse egli ancora contro feresie de’ suoi tempi; ma un sol di essi ci è giunto, cioè quello ch’ei pubblicò diviso in due libri, e dedicato ad Adriano VI, contro Ulrico Velenio, a provar che S. Pietro era veramente stato in Roma. Questo solo trattato bastar potrebbe a farci rimirare il Cortese come un de’ più dotti e de' più eleganti scrittori di questo secolo; perciocchè in esso ei si mostra versatissimo nella lettura de’ SS. Padri e degli altri scrittori sacri e profani, nello studio della storia e della cronologia, e tratta il suo argomento con forza di ragionamento insieme e