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primo 33 aiiil« vantaggi avrebbe!* da Ini ricevuti gli • Ji VI. Or tornando a’ pontefici, Paolo III, successor di Clemente, e uno de più saggi pontefici che avesse la Chiesa, non ostanti i difetti da cui non fu esente, pieno di zelo per la riforma degli abusi e per l’estinzione dell eresie, conobbe che a ciò facea d’uopo singolarmente d’uomini veramente dotti e forniti insieme di quella letteratura di cui tanto vantavansi alcuni de’ novatori, come se ella fosse propria di lor solamente. Il rozzo stile e le scolastiche sottigliezze de’ teologi di quel tempo rendevangli oggetto di disprezzo e di scherno agli eretici, a’ quali sembrava di ritrovare nella barbarie degli scrittori cattolici un nuovo argomento a difesa delle lor nuove opinioni. Quindi appena fu Paolo III innalzato alla cattedra di S. Pietro, che tosto pensò a sollevare agli onori ecclesiastici uomini di tal valore che sostener potessero con felice successo gli assalti che da ogni parte premevan la Chiesa. Ed egli era uomo più che ogni altro opportuno a discernerli. Fin da’ primi suoi anni erasi stretto in amicizia co’ più eruditi uomini di quel tempo; e abbiam veduto ch ei fu uno de’ confidenti di Paolo Cortese, il primo scrittore che sapesse congiungere insieme la teologia colla eleganza. Alla scuola di Pomponio Leto coltivò lo studio delle lingue greca e latina, e nelle case di Lorenzo de’ Medici, con cui per qualche tempo egli visse, apprese ad essere splendido protettore de’ dotti.* Quindi il Fracastoro a lui ancor cardinale dedicando i suoi libri do Tuia buschi, yol. X. 3 vi. Pii,In IH lonirnl* e prontiio« c ogni «ori* •li il udì.