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4^4 LIBRO Giampierio Valeriano nel dedicargli il libro XXI de suoi Geroglifici, che è un breve ma eloquente panegirico del sapere, dello studio, della virtù del Sadoleto allora ancor giovane. Ma dopo aver rappresentato il Sadoleto nel suo carattere di vescovo e di cardinale, passiamo omai a esaminarne Perudizione e il sapere. XIII. Lo studio da lui fatto negli anni suoi giovanili sui' buoni autori, e l'esempio di tanti eleganti scrittori clferano allora in Roma, il rendette uno de’ più colti nello scrivere latinamente. Così nelle lettere da lui scritte a nome dei’pontefici Leone Clemente VII e Paolo III, come nelle sue famigliari, vedesi un felice imitatore dello stile di Cicerone, se non che ei non è sempre uguale a se stesso. Nella poesia latina ancora acquistossi gran nome, e alcuni suoi poemetti, come quello della statua di Laocoonte, e quello intitolato Curzio, e alcuni altri stampati più volte e inseriti nel IV tomo delle sue Opere dell’ edizion di Verona, ci mostrano che s egli avesse seguito a coltivar quegli studi, avrebbe potuto uguagliarsi a più leggiadri poeti. Nè egli fu pago di essere colto scrittore. Non vi ebbe ramo di erudizione, ch’egli non abbracciasse. E in due delle sue opere singolarmente ei ci ha fatto conoscere quanto ampiamente avesse stese le sue cognizioni; cioè in quella De liberis instituendis, e ne’ due libri De Laudibus Philosophiae. Nella prima ei tratta sì saggiamente tutto ciò che appartiene alla morale e alla letteraria educazion de’ figliuoli, e dà sì opportuni precetti, e discorre con tal proprietà di tutte le arti e di tutte le scienze