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45a MERO la,®..98, ec.), e si adoperò con somma sollecitudine a tener lungi da essi il veleno delle nuove eresie, caro perciò ad essi che il rimiravan qual padre, e caro non meno a tutta la Francia e al re Francesco I, che gli fece le più ampie proferte, se avesse voluto seguirlo. Un tal vescovo era troppo necessario al bene della Chiesa romana; e perciò Paolo III nell'autunno del 1536 chiamollo a Roma, e il nominò uno de membri della mentovata congregazione. Poichè in essa egli ebbe soddisfatto a ciò che da lui richiedevasi, pensava di far ritorno alla sua Chiesa, quando nel dicembre dell anno stesso 1536 ei fu sollevato all’onor della porpora. La nuova sua dignità accrebbe in lui l’ardente suo zelo a ben della Chiesa, e ne diè pruove sovente ne’ liberi avvisi dati al pontefice, qualunque volta ei pensò di doverlo o consigliare, o ammonire; e Paolo III, lungi dall’offendersi della libertà del Sadoleto, lo ebbe sempre carissimo, e seco il volle fra le altre cose nel viaggio che fece a Nizza nel 1538. La vicinanza della sua Chiesa lo indusse allora a chieder licenza al pontefice di ritornar ad essa per qualche tempo; e vi si trattenne più ancora che non pensava, cioè fino al 1542 nel qual tempo richiamato a Roma, fu poi dal pontefice inviato col carattere di legato al re di Francia, per indurlo a far la pace con Cesare. E il Sadoleto ottenne, quanto era da sè, il fine della sua ambasciata. La quale però fu inutile, perchè il legato mandato a Cesare non fu ugualmente felice. Tornato a Carpentras, vi passò tutto il verno seguente; e venuto poscia di