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45o LIBRO mostrò ad essi inclinazion sì l’elice, che il padre, il qual pur lo avrebbe voluto seguace della sua carriera, dovette permettergli di secondare il natural suo talento. Passato a Roma a tempi di Alessandro VI, trovò nel cardinale Oliviero Caraffa uno splendido protettore che sel raccolse in casa e l’ebbe sempre carissimo, enei famoso Scipione Carteromaco un eccellente maestro, sotto cui fece sempre più lieti progressi, aiutato in ciò ancora da tanti coltissimi uomini ed eleganti scrittori ch'erano allora in Roma, le cui adunanze con quanto piacere si frequentassero dal Sadoleto, l’abbiamo udito da lui medesimo nel trattare delle accademie. Leon X, saggio discernitore del merito, appena fu eletto pontefice, scelse tosto a suoi segretarii il Sadoleto e il Bembo; e al primo qualche tempo appresso diede il vescovado di Carpentras. Men favorevoli al Sadoleto furono i tempi di Adriano VI, che per poco non rimirava come idolatri gli imitatori di Cicerone. Ed egli ebbe ancora il dolore di vedersi calunniosamente accusato di aver falsificato un Breve (Lettere de Principi, t. 1, p. 101). Ritirossi egli dunque nell’aprile dell’an 1523 nel suo vescovado. Nella qual occasione scrivendo Girolamo Negro a Marcantonio Micheli, Pur il nostro amantissimo Mons. Sadoleto, dice (ivi, p. 97), se ne va con sommo dispiacer di tutta questa Corte. Et credo, che se in questi tempi si servasse Vusanza antica di mutar le vesti per mestizia, egli non troveria forse manco di ventimila uomini. che lo fariano,.sì come trovò Marco Tullio. Pare ad ogni huomo da bene, che la bontà