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SECONDO parla con rispetto del suo avversario ma non con ugual rispetto ne parla in altre lettere scritte al tempo stesso a diversi amici (ih. cp. ioi<), ioa4? ii3a, iitj5), co’ quali si duole di Alberto, ne disprezza gli argomenti, e dice ch egli ha prestato all'opera il suo nome, ma che veramente ella è in gran parte fatica del Supulveda ch’ei mantenevasi in casa, della qual voce sparsa fa menzione anche Ortensio Landi. Che dirò dell opera del Sig. Alberto Pio contra del buono Erasmo? Non fu detto, come apparve in luce, citerà fatica (d alcuni suoi creati? pur si sapeva da ognuno, elìcgli era un armario et un fonte di varia dottrina (Paradossi, l. 2, parad. 23). Alberto frattanto, veggendo crescere la materia della contesa, prese a stendere un’ opera più diffusa, in cui esaminando tutte le opere e tutte le opinioni di Erasmo, le confuta ampiamente, e confuta quelle insiem di Lutero e degli altri novatori (di que tempi. L’opera di Alberto nulla ha della barbarie scolastica ma è scritta con erudizione, con forza e non senza eleganza, benchè talvolta nelle risposte non veggasi quella precisione e quell’ ordine che si converrebbe, e alcune opinioni ancora da lui sostenute sieno or rigettate comunemente. Mentre si stampava quest’opera, morì Alberto, ed essa fu poi pubblicata in Parigi nello stesso anno 1531 col titolo: Alberti Pii Carporum Comitis Illustrissimi et viri longe doctissimi, praeter praefationem et operis conclusionem, tres et i’¡giriti libn in locos lucubrationum variarum D). Erasmi Roterodami, quos censet ab co rerognnscrndos